Cari ragazzi, volete entrare nel mondo delle pietre? Allora dovete essere curiosi, guardarvi intorno, partire e tornare, navigare temerariamente in rete, frugare oltre le prime risposte di Google. In una parola, bisogna saper imparare a cercare. Le pietre preziose rotolano continuamente e freneticamente. Non le capiamo restando fermi, non si mostrano da sole. Il gusto ed il valore artistico li percepiamo solo se ci spostiamo da quadro a quadro, da area culturale ad area culturale. Le pietre sono sempre uniche e diverse, non nascondetele in scatolette, non lasciatele senza illustrazione, non fatele spiegare da incompetenti. Mi vengono a dire ad esempio: la gemmologia è una scienza esatta e che non è il caso di uscire da questo spazio. Fare gioielli è una tecnica, perché complicarsi la vita? Rispondo: la gemmologia non è la mineralogia. Le è congeniale sconfinare oltre la riserva protetta del reticolo cristallino. Ci può portare dove vogliamo. Nell'archeologia dei niccoli incisi romani e tarantini, nell'antropologia simbolica e apotropaica del corallo, nella storia della crosta terrestre o nelle quotazioni dei diamanti, nelle superstizioni scientifiche di Plinio e di Kuntz, nel marketing della Tanzanite, nell'etica di Kimberley, nel Pantone moda degli agenti cromofori, nella sindrome investigativa degli Sherlock Holmes del microscopio... Solo Dio sa dove ci può portare l'uso creativo della gemmologia. Ed è tutta roba buona. Roba che se la sai usare fa sballare te ed i tuoi clienti e ti può far fare soldi. E poi chi ha detto che potete accedere a questo mondo direttamente solo come gemmologi? Jack London non era ai suoi inizi uno scrittore professionista, seguiva il suo talento. Sbrigò i lavori più diversi. Fu vagabondo, strillone di giornali, pescatore clandestino di ostriche, marinaio, lavandaio, cacciatore di foche, corrispondente di guerra, agente di assicurazioni, pugile ed anche cercatore d'oro nel Klondike. Prima di arrivare al suo sogno e divenire uno scrittore di successo. Chi pensasse che le chiavi d'accesso per la gioielleria siano solo dei corsi di pratica mineralogica con un bel diploma incorniciato, un microscopio e qualche accessorio farebbe bene a seguire l'esempio di Jack London. Quando cercava l'oro osservava la vita del lontano Nord, i lupi, le conifere. E nacque il suo capolavoro, "Il richiamo della foresta". Divenne scrittore solo dopo aver sperimentato in prima persona le infinite combinazioni da raccontare che offre una vita piena di avventure. In ufficio, dopo le ore di lavoro, al crepuscolo, un gemmologo che non ha curiosità, che non rimette in gioco ogni momento le sue conoscenze è un uomo un po' depresso. Resta confinato nella angusta mansione di ispettore della qualità e arbitro della terminologia. Senza il chiacchiericcio delle contrattazioni, l'eccitazione dell'offerta, l'arte della trattativa, l'adrenalina della competizione con gli atri compratori, la stanchezza del viaggio, l'esotismo dei posti, le pietre non hanno colore, ma solo lettere, gradi, simboli sterili. E se ci si vuole avvicinare al gioiello in generale io consiglio di diffidare poi da maestri gemmologi o orafi che non sono curiosi, eccentrici e open minded. Studiare un gioiello è cosa che si può fare con molti temi e da molte angolazioni. Esistono, ad esempio, contenuti più propriamente scolastici, collegati ai movimenti artistici classici e quelli che cavalcano le avanguardie. Esiste un ramo più sensibile ai temi fashion, una frangia di arditi designer vettoriali che volano direttamente nelle stampanti 3D, i pionieri di materiali tecnologici, i puristi della fusione, i traforatori nostalgici delle fasi manuali, i tagliatori e gli utilizzatori di gemme ortodossi e quelli eterodossi a seconda dell'osservanza pedissequa o rivoluzionaria degli angoli alfa e beta di corona e padiglione. E tutte queste cose non stanno più sotto casa nostra. Esistono posti nel mondo che si sono emancipati in gioielleria, che sono assai avanti a noi. Mentre noi, solo perché italiani, ci crediamo ancora i custodi del tempio. Ragazzi, viaggiate, esplorate, chiedete, comprate. Rischiate che vi raggirino. Ma potete anche avere delle belle sorprese, fare affari, trovare cose uniche. E quando vi fanno fessi non vi arrendete. Studiate come hanno fatto. Mi fecero vedere dei rubini ai tropici a mezzogiorno: esplose il cromo. In Italia erano scuri. In Brasile le acquemarine erano così sature, ma era mattina presto: in Italia erano chiare. E quando sarete gemmologi, se proprio ci tenete, ricordatevi del viaggiatore in voi. Cercate di ricostruire le proprietà mineralogiche associandole a tutto ciò che l'uomo aggiunge alle gemme. Cosa? Il sacrificio dei piccoli estrattori, i villaggi remoti, i paesaggi ed i letti dei fiumi, la magia dei tagli, l'abilità creativa che trasforma. Le mani dell'uomo chissà se migliorano o peggiorano i cristalli. Certamente li modificano. Quello che fa l'uomo è importante come quello che fa la natura. Avete visto le foto di Dick Hughes? Questo grande specialista di rubini e zaffiri nei suoi splendidi resoconti offre spesso ritratti di uomini, donne e bambini coinvolti nell'estrazione e nella lavorazione. È attento a far uso delle scienze umane e sociali. Guarda anche con l’occhio del geografo, ripercorre vecchi sentieri di scambio, rileva miti e superstizioni, rintraccia le comunità nascoste dietro gli usi. Si avverte un genuino calpestio di stivali nel fango e il clic delle torce nell’immortale spirito di Goethe, un po’ letterato, un po’ mineralogista, molto poeta. L'artigianato, il gioielliere, il commerciante di pietre, devono avere prima di tutto uno spirito indipendente e la capacità di ritrovare tutte le relazioni culturali che stanno intorno al gioiello. E faranno anche una bella carriera se sapranno esprimere un nuovo, illuminato e laico logos sulle gemme, libero dai lacci di chiese e sovrani. |
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Settembre 2019
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