1. San Gennaro dallo sbalzo al 3D. San Gennaro, icona di Napoli ed emblema dei suoi miti, al Tarì ci ha spiegato che è più moderno di noi e più laico di noi. E’ talmente moderno che si adatta meravigliosamente alla tecnologia più avanzata senza perdere in prestigio, in autorevolezza ed in portata immaginifica e simbolica. In questa modernissima immagine, realizzata con Autocad e stampata in 3D, spicca il patto che il laico San Gennaro, rappresentato senza il pastorale, ha stretto con il popolo napoletano. “In Sanguine Foedus”, il patto nel sangue: un patto nato con l’eliminazione della peste in cambio della costruzione di un ex voto invidiabile in tutto il mondo, l’attuale cappella e il Tesoro di San Gennaro. 2. Il Tesoro è del popolo, non di un regnante di turno. E per garantirlo San Gennaro ha firmato un contratto. Detesta da sempre l'attaccamento avido e tenace alle poltrone, la trasmissione del potere per diritto dinastico, il nepotismo ecclesiastico. San Gennaro apprezza invece le radici popolari della città di Napoli, le libertà, l'accesso all'istruzione, il diritto al lavoro. Insomma il benessere diffuso, non le sacche di privilegi oligarchiche. San Gennaro è un protettore laico, un antibiotico che immunizza contro la protervia, la superbia, la cupidigia delle classi dirigenti cieche ed immobili che (guardare il braccio di ferro con la Curia) lo vogliono conquistare (senza nemmeno conoscerlo). 3. Il Tesoro non è nel valore materiale dei componenti preziosi. Il dono essenziale è la vocazione artistica, la ricerca della bellezza (nella libertà espressiva) e quindi della felicità che la gente napoletana persegue per merito della sua radice pre-cristiana di polis greca e per la continuità nei secoli del suo modo di essere. 4. Il Tesoro si è arricchito in modo proporzionale ai meriti delle amministrazioni di governo che nei secoli hanno creduto nelle potenzialità di Napoli e dei napoletani. Hanno cominciato con il famoso busto gli Angioini, che però pure pianificarono la crescita della città facendone una delle prime metropoli cosmopolite, inventando (e concedendole un quartiere) la corporazione orafa. Carlo III, il primo e più moderno dei Borboni, donò le croci e contemporaneamente progettò per Napoli il più imponente sviluppo urbanistico ed un ambizioso piano di ammodernamento. I Savoia si presentarono a mani vuote: infatti l'annessione del 1861 non ha che impoverito la città devastando l'equilibrio economico di tutto il Mezzogiorno. 5. Il Tesoro mostra in controluce l'effetto benefico che San Gennaro ha da sempre inoculato nel gioiello napoletano. Ha propiziato la prosperità di un intero quartiere orafo regolato con uno Statuto basato sulla solidarietà tra gli artigiani. Un quartiere che dal 1300 ha consentito la produzione di grandi opere commissionate dalla committenza ecclesiastica, ad emulazione del modello sontuoso originatosi dalle donazioni che da più parti venivano al tesoro di San Gennaro. Siamo andati via da Napoli e lui ci segue. Portandolo a Marcianise il Tarì non può ignorare gli insegnamenti di San Gennaro: datti una buona organizzazione, impara ad ascoltare, rinnovati, cambia come si rigenera il sangue, pianifica, pensa in grande, pensa al popolo. Comincia tu, fai vedere le tue intenzioni. Al resto ci pensa lui. Paolo Minieri |
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Settembre 2019
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