Il gemmologo ed il gioielliere potrebbero essere uomini più liberi e consapevoli degli altri.28/4/2017 Lassù qualcuno (Dio, Manitù, Giove, Odino, Allah?) ci ama. Tanta gente non trova un lavoro o ne fa di noiosi mentre a noi questo Nume ha riservato un posto di favore. Quale sorte migliore di toccare tutti i giorni oggetti desiderati da donne e uomini, eleganti e seducenti, fatti di materiali naturali, oro e gemme? Chi lavora con i gioielli non dovrebbe considerarsi un prestatore d'opera qualunque. È un tipo d'uomo costretto a concepire la più potente e primitiva astrazione di un pensiero libero: la bellezza. Deve ragionare su collane e bracciali, concentrati di abilità tecnica, gusto, creatività. Messaggi che recano pensieri. Arte? E perché no? Sono sculture indossabili. E questo concetto vale sempre, anche oggi, in un epoca dove la manualità del pensatore nudo (cioè immune da pregiudizi, condizionamenti) è assistita da stupefacenti supporti tecnologici. 3D? Informatica e meccanizzazione non esistono se non ti fai un'idea tua di bellezza. Il gemmologo? Apre la sua valigetta per accertare le caratteristiche delle pietre. La esplora basandosi su più strumentazioni. Microscopio, rifrattometro, polariscopio, bilancia idrostatica, spettroscopio. Se può permettersele, usa tecniche più avanzate. Guarda dalla tavola, guarda dal padiglione. Non si accontenta di un solo dato: riscontra, controlla, ricalcola. Un artigiano o un gioielliere rigirano il pezzo tra le mani. Lo vedono da dietro, nei piccoli dettagli. Ogni volta si interrogano se non si poteva fare di meglio. Considerano le proporzioni con rigore classico oppure superano il conformismo con ardore eccentrico. Confrontano, giudicano, misurano. Gemmologi e gioiellieri possono trasferire questi propri metodi dal lavoro alla società. Possono affrontare la vita, in genere, analizzando le cose alla ricerca di qualcosa di bello e verificandone l'autenticità. Il conforto di questa meticolosità d'indagini, eseguita da più visuali rende la loro professione una palestra di libertà. Le pietre esprimono riflessioni, ritorni di luce sempre diversi a seconda delle faccette che mettiamo in primo piano. Bisogna guardare tutto insieme. L'interpretazione della realtà che ci circonda non richiede forse che si prendano in considerazione più faccette, più angolature? Non sarebbe utile comportarsi con la cautela dei gemmologi quando dobbiamo discernere fake news da giornalismo documentato oppure scegliere panini bio, pomodori con più livelli di manipolazione, candidati con o senza abilità, leader più o meno inclini a bombardamenti? Amici gioiellieri, un negozio anche piccolo può essere gigantesco se contiene una grande personalità, una grande predisposizione ad essere presidio di cultura, di gusto, di libertà. Un presidio contro la piattezza obbediente di chi sbarca grandi stipendi passando solo carte altrui. Un presidio contro il veleno dell'approssimazione, contro l'informazione ridotta a passerella pubblicitaria, contro la massificazione arrogante della grande distribuzione, contro il cancro dell'indifferenza causata dalla scomparsa del pensiero critico. |
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Settembre 2019
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