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Leonardo Di Caprio investe in diamanti? Sintetici. Un autogol.

6/5/2016

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Ad Hollywood come nel business conta trovare l'onda giusta. E Leonardo Di Caprio l'ha trovata una decina d'anni fa quando interpretò il suo riuscito ruolo di cattivo in "Blood diamonds". Il film ha attirato l'attenzione di tutto il mondo sul tema dello sfruttamento dei diamanti da parte di trafficanti sanguinari, procacciatori di risorse sporche per finanziare abusi e guerre civili. Questa è l'onda. È questo è il surf su cui volare tra le onde energetiche del sentimento diffuso nella pubblica opinione mondiale. Ora infatti il grande attore ha fatto un passo in più. I diamanti sono o non sono come le pellicce? Sono o non sono lo status symbol di una ricchezza gretta e insensibile, pronta a mostrarsi sul palcoscenico del successo a danno dell'ecosistema?
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Allora stop ai diamanti naturali e via con quelli sintetici. (http://uk.businessinsider.com/diamond-foundry-raises-money-from-leonardo-dicaprio-and-other-billionaires-to-grow-diamonds-2015-11?r=US&IR=T). Di Caprio ha dunque finanziato una start up di Santa Clara, Diamond Foundry, che sostiene di aver messo a regime un sistema innovativo di crescita del cristallo. Su questo bisognerà  tornarci, non ci sono ancora studi scientifici, né campioni analizzati.
L'attore ha intrapreso una campagna etica di sostegno alla causa. Vorrebbe pertanto che ci si orientasse definitivamente verso il contenimento o la chiusura di tutte le attività estrattive diamantifere. A soddisfare la legittima voglia di indossare gemme ci penseranno i laboratori di sintetico, tra cui il suo. Gli risponde, con puntiglio circostanziato, Martin Rapaport in un documento molto esplicito che gli toglie il patentino di paladino dell'ecosistema. Semmai gli assegna quello di potenziale  sterminatore di una grandissima quantità di legittimi posti di lavori nell'impresa estrattiva artigiana. Il punto di arrivo: non sei più etico degli altri, forse non lo sei affatto.

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Conclusione. Chi fa ragionamenti etici - mi sembra chiaro - dovrebbe far attenzione a come questi si trasformino in business. Una tentazione omerica slaccia le corde dei Soloni etici e li proietta a far soldi passando con un solo saltello dalle buone intenzioni al marketing sociale. Questo vale anche per i tanti che, dall'interno del mondo del gioiello, cavalcano la tigre senza avere nè la bravura e nemmeno (forse) l'ingenuita di Leonardo Di Caprio. Prevedo tanti ridicoli autogol.

Paolo Minieri

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