Lettera a chi vuole iniziare o continuare gli studi di gemmologia. Siate colleghi, non avversari4/12/2018 Queste righe iniziali che scrivo ve le dovrei risparmiare, però leggetele. Perché? Perché è talmente evidente, è così innegabile, è così logico che non esista una scuola unica, un Istituto che sia la somma di tutti gli altri, che ribadirlo è noioso. Se non esiste un uomo uguale ad un altro, come potrebbe esserci un docente uguale ad un altro? Scegliere un indirizzo di studio o un Istituto non può mai comportare la rinuncia al confronto. Ascoltate la stessa musica da sempre? Vedete tutte le sere lo stesso film? È ovvio che storie identiche nella sostanza si possano raccontare in milioni di modi differenti. Io ricopro una carica in un primario Istituto gemmologico internazionale. Se vi dico che è il migliore del mondo, che dopo aver studiato con noi troverete senza dubbio lavoro, che è il più conveniente, che non dovete più guardarvi in giro, mi credereste? Spero di no. Per formarsi in gemmologia in Italia, grazie a Dio, esistono molti soggetti specializzati. Meglio scegliere che andare in fila ordinata da pochi. Meglio l’offerta che il monopolio. E se prendete la strada di una delle scuole primarie, non sbaglierete mai. I sistemi possono variare ma posso dirvi per esperienza che i livelli di pratica e di teoria acquisibili sono tutti mediamente accettabili. Per sbagliare bisogna rivolgersi a centri non attrezzati, gestiti da dilettanti o da inesperti. Insomma, per sbagliare ci sono sempre tanti modi, ma dovete proprio andarvela a cercare. Quindi concentratevi su scuole autorevoli che abbiano credibilità in più paesi del mondo. Oggi le competenze si controllano a livello internazionale. Può influenzare la scelta la prossimità territoriale. Perché no? Stabilirsi fuori dalle mura è un costo. L’offerta esistente offre corsi in tante località ed anche diverse densità delle ore di studio. Potete scegliere, con medesimi ritorni di apprendimento, tra corsi che diluiscono e corsi che condensano le ore di insegnamento, a seconda delle vostre disponibilità di tempo. Potete cominciare con un Istituto, acquisire un livello e continuare con altri. Chi ve lo vieta? Se ci completa perché non fare un salto in alto alla Sorbona per il dottorato provenendo magari da pur rispettabili facoltà universitarie di Salerno, Cosenza etc? Perché non passare per Thailandia, Belgio o California, se quello che ci serve di gemmologico è più in alto e non lo trovò più a Roma, Napoli o Milano? Ma quello che più conta è restare immersi nel vivo della pratica anche dopo aver conseguito i propri titoli, da chiunque essi vengano rilasciati. Purtroppo esiste una parte di studenti che non hanno compreso che devono tenere accesa la propria curiosità oltre l’Attestato incorniciato in bella vista. Scegliete allora dove ci sono ben visibili orizzonti di pratica, di applicazioni per l’identificazione e la valutazione. Dopo aver conseguito un titolo fatevi attrarre dai laboratori più carichi di lavoro. Mettete gli occhi negli oculari degli addetti alle gemme presso le aziende che importano o tagliano pietre, più ne transitano meglio è. Se avete una gioielleria di famiglia con un genitore gemmologicamente pigro o se entrate in rapporti di collaborazione con strutture ancora impreparate al check tecnico, portate lì i vostri strumenti e rendetevi indispensabili. Ogni ramo scientifico ha bisogno di coordinare e raffrontare l’oggetto ed i metodi della ricerca, la didattica. Nei congressi ciascuno riporta e verifica lo stato del proprio lavoro. Abbiate sempre rispetto e curiosità per le esperienze maturate dagli altri, in altri ambienti, in altre scuole. Tutti possono insegnarvi qualcosa. Sono i vostri colleghi, non i vostri nemici. |
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Settembre 2019
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