Il lavoro condotto da un team internazionale coadiuvato dal prof. Fabrizio Nestola del Dipartimento di Geoscienze dell'Università di Padova ha permessso di stabilire che i diamanti super giganti, quelli che raggiungono anche i 3000 carati (come il Cullinan o il Lesotho Promise), si formano a profondità comprese tra i 360 e i 750 km all'interno di tasche liquide di metallo e confermano definitivamente la presenza di significative quantità di idrogeno nel profondo del nostro pianeta. I diamanti super profondi rappresentano una rarissima categoria di diamanti che cristallizza a profondità comprese tra circa 300 km e oltre 1000 km: solo il 6% dell'intera dotazione mondiale di diamanti è considerata super profonda, mentre il 94% viene definita litosferica. Questi diamanti cristallizzano a profondità molto minori, tra circa 120 e 250 km. Il lavoro pubblicato in copertina da Science conferma definitivamente la presenza di idrogeno a grandi profondità nel nostro Pianeta e fa luce per la prima volta sulla genesi dei diamanti super giganti. Il team di ricerca ha avuto l'opportunità di studiare, con l'ausilio della strumentazione presente nel laboratorio del Prof. Fabrizio Nestola acquisita grazie al finanziamento ERC, un gran numero di diamanti super giganti e ha scoperto che appartengono alla categoria dei diamanti super profondi e che costituiscono una vera e propria nuova categoria denominata dal team "diamanti CLIPPIR" (acronimo che racchiude le loro principali caratteristiche fisiche). Infatti, non solo tali diamanti si formano a grandi profondità tra i 360 e i 750 Km ma per la prima volta in assoluto hanno permesso di ipotizzare che essi si formino all'interno di "tasche liquide di metallo".
"I diamanti CLIPPIR - spiega Nestola - confermano definitivamente che a grandissime profondità nel nostro pianeta vi sono significative quantità di idrogeno. Infatti in almeno 13 diamanti (su 53 campioni studiati) è stata osservata l'associazione metano + idrogeno. Non solo, almeno sette diamanti CLIPPIR mostrano caratteristiche isotopiche del carbonio tipiche del carbonio superficiale: questa presenza conferma l'importante scoperta del 2011 (Walter et al., 2011) che permette di estendere il ciclo del carbonio dalla superficie del nostro Pianeta fino al mantello inferiore (oltre i 660 km di profondità). E questo può essere spiegato soltanto in termini di subduzione delle placche terrestri fino a grandissime profondità. Infine - conclude Nestola - la scoperta pubblicata su Science apre un nuovo scenario sui processi geologici che possono avvenire alle grandi profondità del nostro Pianeta. Viene dimostrato cioè come si possa formare ferro metallico liquido in regioni ben lontane dal nucleo terrestre: se il nucleo esterno, che si ipotizza essere costituito da un fuso ferro-nickel, inizia a profondità prossime ai 2900 km, la presenza di inclusioni mineralogiche costituite da leghe di ferro-nickel, solfuri e carburi di ferro nei diamanti CLIPPIR dimostra come invece si potrebbero formare a profondità non superiori ai 1000 km". Morganite irraggiata vs. corindoni non riscaldati. Pietre à la carte, pietre come natura crea.28/2/2017 Make up esasperati, manipolazione chimica e fisica con risultati stabili ed accattivanti e contemporaneamente la riscoperta dell'emozione mozzafiato dei cristalli intatti, non alterati dal riscaldamento. Va tutto bene: perché le gemme non dovrebbero obbedire alle leggi del mercato? Il cliente attuale non ha pregiudizi. A condizione che la sicurezza sia garantita assieme alla corretta informazione su cosa stiamo comprando. Siamo immersi in un oceano visual. Le gemme inseguono modelli virtuali. Mettetevi vostro figlio, un bimbo di pochi anni sulle spalle, portatelo in una fiera di gemme o di minerali, dategli una banconota e ditegli di fermarsi quando vede qualcosa da comprare. Quasi sicuramente sarà attratto dai colori sgargianti di agate tinte di fucsia, arancio, rosso fuoco o di pietre di imitazione grandi ed abbaglianti. Da appassionati il piccolo vi avrà deluso. Avreste sperato - buon sangue non mente - che il piccolo Indiana Jones avesse virato sicuro verso un raro cristallo di uvarovite. Ma il pupo invece vi ha suggerito qualcosa di più interessante: il suo gusto vi indica quanto lo influenzi il cromatismo deciso di un mondo fatto di TV e cartoni animati. Le tendenze si sostanziano nelle nostre esperienze quotidiane. Oggi dunque è la natura a dover inseguire i capricci della moda. Le nostre percezioni derivano dagli influssi visivi che ci condizionano ogni momento. I colori devono coprire le più svariate sfumature, accentuando i toni di una tavolozza infinita. E se la tinta non c'è? Pazienza, troviamola sul pantone dei trattamenti. Riscaldamento prima di tutto. Ma c'è anche dell'altro. Negli anni ottanta abbiamo vissuto l'epoca del topazio azzurro, il primo prodigioso intervento umano a sostegno dell'inevasa domanda di toni blu chiari di fascia economica. Il risultato fu ottenuto per mezzo di radiazioni controllate (vedi Tabella 1), capaci nel caso del cosiddetto sky blue, di far virare in azzurro vivido il grezzo incolore. Giustizia era stata fatta all'oltraggio del costo dell'acquamarina. L'azzurro ora era per tutte le tasche. ![]() La varietà rosa del berillo e i processi di affinamento della tinta dal pastello e al pesca. La strada delle modifiche per radiazioni era stata aperta. E ora, da un po' di tempo, stiamo assistendo a significative immissioni sul mercato di morganite (silicato di berillio ed alluminio, Be3Al2(SiO3)6). Si tratta di una gemma identificata solo da circa un secolo (deve il nome al banchiere collezionista J.P. Morgan) che si presenta molto cristallina (diversamente dal suo vicino parente, lo smeraldo) e spesso in una tonalità tenue di rosa. Il materiale in commercio attualmente è molto spesso trattato prima con un processo di irraggiamento con raggi gamma e poi riscaldato a circa 400 gradi: in questo modo dai toni pallidi o grigiastri si passa al blu e poi ad accattivanti pesca, arancio e pastello. Eccoci alle prese con un secondo caso di dimensioni significative di trattamento per radiazioni. Intendiamoci. I cristalli possono contenere elementi radioattivi anche in natura. Ed inoltre, come nel caso del topazio azzurro irradiato artificialmente, le gemme sono assolutamente innocue. Negli Stati Uniti (per lunghi anni leader nel campo) opera con grande diligenza il NRC, organismo governativo che impone alle aziende che effettuano trattamenti radioattivi delle licenze e dei disciplinari severi. Va però notato che l'investigazione gemmologica non ha tardato ad imporre attrezzature più complesse: il semplice microscopio o il rifrattometro infatti non furono d'aiuto quando nel 1997 irruppero illegalmente nel commercio esemplari di crisoberilli Cat's eye irradiati per mezzo di bombardamento ai neutroni. Una recente indagine pubblicata nel numero dello scorso aprile di Gems and Gemology ha potuto accertare, analizzando con strumenti sofisticati lo spettro dei raggi gamma, che alcuni campioni di morganite avevano subito dopo il bombardamento dei raggi gamma anche un ulteriore trattamento ai neutroni. Questo spiegherebbe il colore d'un arancio molto spinto che nelle morganite (anche trattate semplicemente per raggi gamma) è inusuale. Possibile conclusione: se il trattamento è lecito, opportunamente dichiarato ed innocuo compriamoci pure (al prezzo congruo) queste bellissime morganiti. Ma sullo sfondo la scienza deve opportunamente vigilare. ![]() La ricerca di prodotti a basso tasso di manipolazione: un trend in ascesa. Si frughi ora nel carrello della spesa di una donna o di un uomo di mezza età, di reddito medio alto, con buon livello di istruzione. Non sarà difficile rinvenire prodotti sostenuti da strategie di marketing molto attente alla conservazione ed all'esaltazione delle proprietà "naturali" intrinseche. Il fenomeno del "bio" oggi caratterizza una gamma estesa nei più svariati settori del consumo. Ecco allora una possibile chiave interpretativa dell'ascesa dell'offerta e del consumo di gemme poco manipolate dall'intervento dell'uomo. In Italia, ad esempio, la domanda di pietre non riscaldate sta cominciando a crescere proprio adesso. Come al solito le linee del marketing provengono dagli USA. Si veda ad esempio il video lanciato dalla Jewelry Television nel quale due esperti ripercorrono la storia del trattamento termico degli zaffiri per arrivare a posizionare le gemme non trattate per riscaldamento del proprio catalogo in una posizione di appetibilità. Un fornitore di pietre molto attivo sul web, non senza una certa inevitabile approssimazione, addirittura stila una tabella per quantificare la tenuta dell'investimento in gemme non riscaldate (vedi Tavola 2). Ma gli ingredienti naturali a sostegno del boom delle gemme non sottoposte a fortissimi processi di riscaldamento, bisogna dirlo, ci sono tutti. L'esaltazione delle caratteristiche inalterate spinge il ramo non trattato delle gemme al vertice della desiderabilità e dei costi. Infatti non è difficile, anche a 10 ingrandimenti, godersi indizi sufficienti per classificare rubini e zaffiri come esenti di trattamenti termici. Un'accurata indagine microscopica rivelerà poi elementi decisivi quali la presenza di aghi di rutilo assieme a cristalli ben formati numerosi e riconoscibili. Il confronto con le omologhe riscaldate è illumiminante: l'alta temperatura essolve in nubi di pulviscolo le inclusioni solide e fluide, la seta e tutte le delicate caratteristiche del microcosmo del cristallo primitivo. Gli effetti del pleocroismo (variazione del colore a seconda del punto di osservazione del cristallo) spesso si azzerano col risultato che la gemma riscaldata apparirà spesso di colorazione più intensa ed uniforme oppure più brillante per una migliorata rifrazione. E con la perdita di sottotoni di vertiginosa bellezza. Ma l'intero processo termico (che non è da liquidarsi in toto e che ha pari licenza di legittimità) sarà avvenuto al costo piuttosto salato della modificazione devastante dell'equilibrio primigenio del cristallo. Ecco perché il valore si accresce in modo esponenziale se alla saturazione cromatica e alla purezza si aggiunge la rinuncia alla manipolazione migliorativa. Attenzione però. Un rubino o uno zaffiro non riscaldato non sono di per sé incantevoli per diritto acquisito, ma i frutti di una selezione che il tagliatore esegue partendo da grandi quantità di grezzi. Se la pietra è brutta deve costare poco, perché a poco in tal caso gli giova la propria incontaminazione. |
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Maggio 2019
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