Tra i tanti tentativi di farci fessi trovate pure falsi smeraldi che imitano i cristalli nativi8/2/2018 Le gemme, da sempre, suscitano emozioni collegate al mistero, all'avventura e perché no alla bramosia. Chi da bambino non ha sognato di trovare l'isola del tesoro o di approdare in terre rigogliose di vegetazione e imbattersi in ritrovamenti minerari di inestimabile valore? Ebbene questo spirito salgariano spesso eccede fino ad oscurare la parte razionale di alcune persone che, incoraggiate dal trovarsi in luoghi esotici, si lasciano trasportare dall'istinto e tentano la fortuna acquistando gemme o simil tali, che, nelle migliori delle situazioni, sono ottenute a prezzi molto più alti rispetto a quanto di pagherebbe vicino casa da una persona esperta e di fiducia. Se poi si è più sfortunati, non va escluso che ci si possa ritrovare vittime di qualche truffa e di portarsi a casa il cosiddetto "mattone" senza alcun valore. Sconsigliare di acquistare senza le dovute conoscenze è inchiostro sprecato. Una volta che parte il meccanismo "dell'acquisto della vita" non lo si può frenare. Il miglior modo di dissuadere o di prendere le dovute precauzioni secondo me è quello di comunicare le esperienze negative di altri poveri ignari malcapitati, con la piccola speranza che si possa evitare che la storia si ripeti... Dopo aver parlato di corindoni sintetici venduti in Egitto per Alessandriti, di vetro hi-tech venduto in Turchia per Zultanite, di vetro azzurro spacciato per Acquamarina in Brasile, è la volta di prendere in considerazione non più le pietre tagliate, bensì le gemme grezze. Ebbene sì, i turisti fai da te stanno sempre più sperimentando l'acquisto di cristalli integri appena estratti dalle viscere di nostra madre Terra. Bello, giusto, condivisibile. Se si deve saltare qualche passaggio di mano perché non spingersi alle origini, alla fonte delle gemme? Perché non saltare la filiera, azzerando le intermediazioni? Dal produttore, in questo caso dal minatore, al consumatore. Risultato? Cominciamo con questo: il GIA riporta di topazi incolori levigati ad arte per imitare l'abito cristallino ottaedrico tipico dei diamanti e venduti per tali. Naturalmente avevano passato la prova "schiacciante" della bilancia idrostatica e, ovviamente, il semaforo verde aveva frettolosamente spalancato la strada al furbo mercante improvvisato che si era fatto pure geologo. Peccato che topazi e diamanti abbiano quasi la stessa densità. Ma che importa, l'emozione varrà pure qualche spiccioletto. Comprare materiale grezzo è tanto rischioso quanto comprare pietre tagliate. Ma chissà poi perché, quando vediamo cristalli non lavorati scatta il riflesso condizionato della presunzione di autenticità. Quasi come se gli esseri umani non avessero facoltà ed abilità per contraffare oggetti finiti e oggetto allo stato naturale. Ed ecco allora l’ultima novità dei nostri amici "venditori di sogni", sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni per ingolosire gli acquirenti anche più preparati. Come si fa? Semplice: si incollano pezzi di vetro colorati, sapientemente sagomati in modo da simulare il sistema cristallino della pietra da imitare, nella roccia in cui è tipico ritrovare la gemma. Recentemente un ottimo esempio. È stato analizzato dal laboratorio GJEPC in India una roccia ricca di Mica, un minerale che spesso si abbina al berillo, con dei vetri incollato al centro (vedi foto). Tali vetri erano però stati tagliati per riprodurre fedelmente l’abito cristallino esagonale dello smeraldo. Il tutto in modo da rendere la truffa un piccolo capolavoro grazie alle inaspettate competenze gemmologiche degli impostori. Il povero Totò che vendeva la fontana di Trevi al turista italoamericano gli garantiva d’esserne il proprietario mostrandogli dal vivo come la gente gli riconoscesse il pagamento dei diritti fotografici. Ma nella realtà chiedeva sottovoce contributi per la Croce Rossa. I professionisti del settore "pacchi e contropacchi", nel costruire le proprie false prove di autenticità, in effetti non fanno che continuare ad usare la tecnica del mitico attore napoletano. |
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Maggio 2019
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