di Francesco Sequino Una visione d’assieme che denota ad ingrandimento non elevato la relazione tra aree infiltrate e aree libere da riempimenti. Un’analisi di quanto uno smeraldo sia percentualmente trattato con olio permette di farsi un’idea precisa della valutazione. Ciclicamente capita di ascoltare le spiegazioni tecniche o pseudotali di commercianti di pietre preziose, che rivelano in modo "garbato" i difetti o le manipolazioni delle gemme con l'intento di attenuarne l'importanza che questi interventi migliorativi hanno nella valutazione. Da ex venditore di pietre mi rendo conto, dall’altro lato, che essere "troppo" esaurienti significa suscitare sgomento, sconforto oltre che sfiducia nella pietra che si sta acquistando. Rubando un'espressione al mitico Totò verrebbe da dire: "Meglio sguazzare nell'ignoranza?" No, meglio allora essere consapevoli di quello che si sta acquistando, al di là delle frettolose rassicurazioni di chi sta vendendo. Un’attenta osservazione con un semplice lentino a 10x può spostare la nostra scelta su prodotti più affidabili la cui apparenza iniziale magari non metteva in luce quelle sgradevoli sorprese che ad occhio nudo sono meno visibili e meno piacevoli. L’ispezione degli smeraldi non è un esercizio semplice perché non si deve eccedere nel demonizzare i trattamenti che sono legittimi o nel presumere all’inverso che i riempimenti addirittura non influiscano nella valutazione. E' di dominio pubblico che lo smeraldo naturale è forse la gemma che presenta più inclusioni di qualsiasi altro tipo di pietra preziosa. Le continue interruzioni del reticolo cristallino caratterizzano lo smeraldo con fratture o crepe di diverse dimensioni che spesso affiorano in superficie. Per questo motivo, la maggior parte degli smeraldi viene trattata per migliorare la loro purezza. Questa procedura è storicamente così diffusa e praticata che è stata accettata nel commercio: la quasi totalità degli smeraldi è impregnata. Grumi di sostanze viscose che sono penetrare nelle fessurazioni. Tuttavia il riempimento con olii presenta diversi aspetti per i quali è opportuna qualche precisazione e qualche puntualizzazione da effettuare. Il trattamento tradizionale usato per lo smeraldo è costituito da olio, principalmente l'olio di cedro, un prodotto naturale, incolore e viscoso, soprattutto usato poiché ha l'indice di rifrazione molto simile a quello del Berillo, famiglia a cui appartiene lo smeraldo. Affinché l'olio penetri in profondità nelle microscopiche fratture dello smeraldo, bisogna che sia riscaldato e sottoposto ad alta pressione. In primo luogo gli smeraldi vengono puliti, di solito in un bagno acido. Quindi le gemme vengono collocate in un cilindro idraulico riscaldato con olio di cedro puro e stretto. Il calore diluisce l'olio di cedro e la pressione lo aiuta a penetrare in qualsiasi piccola crepa affiorante sulla superficie dello smeraldo. Dopo diverse ore il cilindro viene lasciato raffreddare. Le pietre vengono quindi rimosse e pulite. L'olio di cedro che è penetrato nello smeraldo ritorna allo stato liquido. L’aumento di spessore e di viscosità ne rende molto difficile la fuoriuscita senza l'ausilio ad esempio dei detergenti usati negli ultrasuoni, di calore abbastanza elevato, o solventi. L'olio tradizionale è stabile ma non permanente. L’osservazione al microscopio permette di ottenere contemporaneamente informazioni sia sull’origine naturale che sui trattamenti. Cristalli ben formati circondano una chiazza di riempiente oleoso liquido e trasparente. Per rendere il trattamento più durevole si utilizzano resine naturali ed artificiali (come Opticon), polimeri, prepolimeri epossidici. L'uso di questi nuovi riempitivi ha creato delle controversie, particolarmente nei casi in cui gli esatti costituenti del riempimento non siano stato divulgati con precisione. Per il gemmologo questo compito è assai complesso ed il microscopio costituisce ancora uno strumento fondamentale, anche se non l’unico. Alcune delle foto che pubblichiamo possono essere un ottimo esempio di quante preziose informazioni si possano ricavare da questo fondamentale strumento. Ad esempio sono rivelate molto bene aree percentualmente significative delle pietre che sono state penetrate da olio bianco, che sfugge a qualunque ispezione a minor ingrandimento. Allo stesso modo le zone brune delle infiltrazioni rivelano elevate temperature che hanno modificato, quasi bruciandolo, il materiale infiltrato. Il colore bruno svela residui sottoposti ad alta temperatura. Non va dimenticato che molti di questi particolari, che incidono fortemente sulla valutazione, non sono facilmente rilevabili ad occhio nudo. Ottenere informazioni precise sull’esatta composizione dei materiali riempienti non è un’operazione semplice. Io piuttosto suggerisco di concentrare l’osservazione sulle superfici riempite mettendole in relazione con la superficie totale della gemma. Aree estese di oliatura sono sempre un elemento che deve essere considerato un fattore riducente del valore, a prescindere dai componenti infiltrati. Attenzione: una volta trattata, la stessa pietra che si presentava assai fratturata può raggiungere un elevato livello di brillantezza ed attrattività. Molti dei casi di sopravvalutazione risiedono proprio in questa possibilità di agevolare con il riempimento con olii la migliore restituzione della luce con incremento di brillantezza. Per inciso si deve anche notare come l’indagine al microscopio ci aiuti da un lato a determinare la qualità e la quantità di agenti infiltranti e allo stesso tempo ci offra anche preziosi elementi per la determinazione della natura del berillo. Mentre si catturavano le immagini delle superfici grumose, brune o liquide che rivelano il riempimento sono rimaste imprigionate tracce assai interessanti come inclusioni bifase o la presenza di cristalli, a volte negativi. Tutti elementi diagnostici che rassicurano il gemmologo sull’origine naturale del cristallo. Elongazioni riempite da olio in presenza di cristalli, alcuni dei quali probabilmente negativi. Si notino anche bifase diagnostiche. Ovviamente quando ci vengono proposti degli smeraldi è opportuno conoscere che tipo di sostanza sia stata utilizzata, oltre che sapere la quantità di materiale presente nella pietra. Ma per questo scopo diventano indispensabili costose strumentazioni spettrofotometriche non accessibili agli operatori con minori possibilità. Ultimamente per determinare il valore di una pietra, rilevare la quantità dell'impregnante è però ancora più importante di sapere che tipo di riempimento sia stato utilizzato. Alcuni laboratori, come il GIA (Gemological Institute of America), hanno cercato di sviluppare schemi di classificazione che distinguono il miglioramento dello smeraldo come minore, moderato o significativo (emerald enhancement as minor, moderate or significant), a seconda di quante fessure superficiali sono state riempite. Non di rado l’estrazione è effettuata con esplosivi. Ciò può comportare l’evidenziarsi di fessurazioni accentuando le tipiche interruzioni di crescita dei cristalli. Materiali resinosi possono alterare significativamente la brillantezza. Alla fine del trattamento gemme molto incluse possono scalare molte posizioni per purezza e brillantezza.
|
GemTech NewsVisita il nuovo sito Gem-Tech per le notizie gemmologiche aggiornate! Archivi
Maggio 2019
|