di Francesco Sequino Durante il mio viaggio di nozze prenotai un tour in una riserva naturalistica. Io e mia moglie eravamo gli unici europei all'interno dell'autobus che ci trasportava in questa zona incontaminata. Statunitensi in maggioranza ma anche canadesi e giapponesi completavano la spedizione. La guida, per intrattenerci durante il trasferimento, chiese a tutti noi di presentarci e destò tanta curiosità il lavoro inusuale che svolgo... il gemmologo. La guida, sorpresa positivamente dalla presenza di un esperto di pietre preziose nel gruppo, colse l'occasione al volo per annunciarci un fuori programma: la visita di una taglieria di pietre preziose. Il tour si rivelò molto scenografico. Improbabili tagliatori faccettavano alla rinfusa pezzi di grezzo di quarzo, mentre i venditori ci proponevano l'acquisto di pietre di scarso valore a prezzi vertiginosi, certamente provenienti da tutt'altra parte del mondo. Giorno sfortunato per il venditore. Aveva preparato uno show e tra tanti turisti becca proprio un gemmologo nel gruppo. Ogni step di lavorazione, che persuasivamente presentava per suscitare l'emozione di veder nascere una gemma dalla roccia, era accompagnato da un mio sorriso alquanto perplesso sulle stupidaggini ascoltate. Ad un tratto mia moglie mi fa notare che tutti i partecipanti al tour mi seguivano silenziosamente. Avevano notato il mio atteggiamento distaccato e scettico se non irriverente nei confronti dei padroni di casa e non si facevano convincere (Totò avrebbe usato un termine più appropriato: "impapocchiare"). Non versarono manco un dollaro nelle casse della taglieria. L’avventura mi costò un bel po' di acredine e l’avversione del venditore. Ma evitai un bel po’ di truffe agli ignari turisti che avrebbero principalmente comprato dei sintetici ben fatti. Brasile, Messico, Tailandia, Sri Lanka, Kenya, Egitto: sono tante le mete insidiose per i turisti fai da te che, stuzzicati dall'emozione esotica, acquistano gemme convinti di effettuare l'affare del secolo, per poi ritrovarsi tra le mani il cosiddetto fondo di bottiglia. Nella hit delle mete delle possibili truffe gemmologiche è entrata da poco tempo la Turchia, dove da un po' si rinvengono depositi di una varietà di Diasporo, la Zultanite. Si tratta di una splendida pietra con un forte pleocroismo tricroico che fornisce all'osservatore una sensazione di cangianza di colore a seconda della luce che la irradia. Tra l’altro della zultanite s’è occupata recentemente la Rivista Italiana di Gemmologia con un accattivante articolo di Michele Macrì. In cosa è possibile imbattersi, soprattutto nei tipici fotogenici e caratteristici bazar, ma anche in qualche elegante negozietto della zona più borghese di Istanbul? In un bellissimo, unico, coinvolgente, abbagliante, stratosferico VETRO. Ebbene sì, è prodotto in India con il nome di Alexite: un vetro hi-tech trasparente contenente minerali di terre rare. L'effetto di cambiamento di colore è causato da una miscela di vanadio, cromo, manganese e ferro in quantità variabili per produrre colori diversi, ognuno ha la sua ricetta. Il cambiamento di colore di questo vetro è influenzato dall'aggiunta di neodimio. Questa pietra, pardon, questo simulante molto intrigante è spesso venduto per alessandrite o per Zultanite, a seconda del paese dove è effettuata la truffa. L'Alexite artificiale mostra lo stesso stupefacente effetto di cambiamento di colore ad un costo ridicolo ed è disponibile in due differenti coppie di colorazioni, quella che varia dal verde all'arancio/bruno e la versione che spazia dal blu simile a quello della tanzanite ad un rosa intenso o rosa pesca. Mi è stata sottoposta una di queste imitazioni, frutto di uno dei soliti acquisti incauti, questa volta nella non lontana penisola anatolica. Devo anche far rilevare che l’effetto della cangianza è a prima vista accattivante. Ho visto per fortuna abbastanza grezzo e tagliato di zultanite per potermi anche insospettire per la cifra alquanto modesta che era costata tale pietra da identificare. Gli effetti cangianti della zultanite che è stata sottoposta al laboratorio. Per distinguerla basta utilizzare una strumentazione basilare, infatti l'Alexite essendo un vetro sarà monorifrangente (generalmente ha un indice di rifrazione intorno al 1.55) a differenza della Zultanite che è birifrangente con valori di rifrazione molto vicini al crisoberillo 1.75. Peso specifico ben al di sotto del 3.00 g/cm3 per il vetro (varia a seconda della miscela dei materiali usati) mentre per il diasporo si aggira sui 3.39 g/cm3. Mi direte: "solo una persona non sana di mente girerebbe per i bazar di Istanbul con una bilancia idrostatica". Avete ragione. In mancanza di strumenti gemmologici vi consiglio di osservare le faccette della corona, noterete una differenza nel lustro: molto più brillante la pietra naturale, favorita dall'alta dispersione, mentre più "vetroso" e spento il simulante. Tra l’altro, mentre preparavo queste note, ho trovato una comunicazione del GIA che già l’anno scorso avvertiva il pubblico dei gemmologi sull’apparizione di questa imitazione. Per concludere, l'unico ed eterno consiglio è: "mai farsi abbagliare dall'emozione del momento, dubitare ed usare sempre un approccio analitico e razionale". Dimenticavo: spesso le truffe esotiche sono accompagnati da pseudo-certificati che hanno lo stesso valore della carta straccia, quindi non acquistare mai se non siete sicuri delle vostre conoscenze. |
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Maggio 2019
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