Non è la prima volta che per analisi al nostro laboratorio vengono sottoposti diamanti che risultano essere di origine sintetica. Durante la scorsa Fiera di Ottobre Tarì Mondo Prezioso diversi lotti di diamanti mêlée proposti agli operatori hanno destato sospetti e ci sono stati sottoposti per una verifica. Alcuni di questi lotti si presentavano alquanto omogenei e di bel colore ma si sono rivelati ad una più accurata ispezione per circa il 20/25% di natura sintetica. Più recentemente ci sono state consegnate per analisi gemmologica due pietre che hanno rivelato le seguenti caratteristiche:
![]() Abbiamo proceduto dunque ad un’analisi preliminare con il diamond spotter™ SSEF. Entrambe risultavano trasparenti ai raggi UV ad onde corte. Successivamente al microscopio si sono notate per entrambe le pietre inclusioni metalliche, molto più complesse da identificare nella pietra di carati 0,82. Il campione da 0,77 ct ha presentato un’attrazione più marcata al magnete al neodimio rivelando le proprietà ferromagnetiche delle inclusioni e, di conseguenza l’origine sintetica delle pietre, specificatamente ottenute con metodo alta pressione/alta temperatura. Per completezza di indagine le due gemme sono state poi sottoposte ad ulteriore esame spettrofotometrico utilizzando tre strumenti prodotti dalla Magi Gemological Instruments, il GemmoSphere, GemmoRaman e GemmoFTIR, i quali hanno ribadito in certezze i dubbi accumulati in precedenza: diamanti sintetici HPHT. Seguono foto inclusioni metalliche e spettri. L'osservazione di un'inclusione opaca a campo scuro, insieme ad una più attenta indagine con utilizzo di illuminazione a fibre ottiche determina se l'inclusione è costituita da un fondente metallico. La lucentezza riflettente e metallica delle inclusioni è diagnostica per determinare l'origine sintetica del diamante. Puoi scaricare questo articolo anche in versione PDF. ![]()
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Maggio 2019
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