Se Gemfields, lanciatissimo colosso estrattivo delle pietre di colore, acquisisce il marchio della gloriosa maison Fabergè aspettatevi che il matrimonio generi nelle collezioni una cospicua iniezione di gemme di colore. E infatti la collezione Secret Garden restituisce un esotico accostamento policromo tra i verdi vividi degli smeraldi (scommetterei, chissà perché, che provengono dallo Zambia), zaffiri fancy color in nuances di pastello delicato (forse un po' gemmologicamente azzardata la definizione padparacha), e rubini che virano in un rosa lampone assai toccante, con intorno spinelli di un rosa vibrante e tormaline menta (elbaite del Mozambico, altra patria di Gemfields). E per padroneggiare tanti colori? Fabergè si ispira ai fiori di Chagall, cioè quello stesso sogno esotico che nel secolo scorso declinava Cartier con i suoi temi iconici indiani. Ma quelli erano sostenuti dai più classici zaffiri, rubini e smeraldi in tagli fantasiosi e minuziosi nei dettagli, capaci di insegnare come adattarsi alle curve ed alle geometrie sghembe. È un fatto che al momento la gioielleria registri un trend colorato. Però si va oltre la tradizione del blu/ rosso/verde e si allarga sensibilmente il bouquet del pantone. La tavolozza cool ricerca però sfumature brune, meno chiassose ma sempre vivide. Vengono in aiuto temi meno descrittivi e più astratti. L'AGTA Spectrum Award™ è un valido punto d'osservazione. I gem dealers americani conferiscono questi riconoscimenti ai gioielli che meglio interpretano il complesso mondo delle pietre preziose. Tra i premiati da segnalare tre bracciali ed un collier. La designer di New York Maria Canale valorizza le innumerevoli rese cromatiche degli spinelli, una risorsa preziosa in forte ripresa nel gusto e rinvigorita da rinvenimenti più frequenti nel Myanmar ed in Vietnam (oltre alle fonti storiche del Tajikistan e dello Sri Lanka). Cara Becker Lichtenstein e Paula Crevoshay invece è come se gettassero via il tubetto delle tempere. Vanno ad attingere direttamente alle tinte così autunnali (attenzione, la tormalina per dono divino possiede una delle patenti del Pantone Marsala, dominatore del 2015). Interessante nel pezzo l'adattamento cromatico delle pietre alla bizzarra iridescenza delle perle neobarocche reinventate dalla rinucleazione a sviluppo verticale delle FW. Si dice che nelle stagioni di transizione, segnate da scetticismo, insicurezze e dalla decadenza di ideologie vengano meno pure quei segni di spavalderia geometrica che si addicono più all'ottimismo schematico delle epoche di stabilità. In quest'ottica le perle si rileggono, più che per la sfericità, per le infinite possibilità volumetriche e plastiche (dune ed avvallamenti, in cambio però quanto lustro!) delle prodigiose keshi.La loro origine naturale apporta maestosa autorevolezza al bisogno di una creatività spontanea, una rivincita dell'immediatezza delle forme casuali sulla massificazione della "coltivazione sferica". Questo il significato trasmesso dal collier di Naomi Sarna prodotto con diamanti rosa ed inserti d'oro che s'intrufolano tra i canali delle perle keshi. Beh, per concludere una direttrice progettuale che va segnalata: le gemme e le perle libere e racchiuse in strutture "a gabbia". Ironia, sdrammatizzazione. Piacerà in Italia? Ma poi, who knows? Paolo Minieri |
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Maggio 2019
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