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Effetto caleidoscopio. Trend globale ancora poco italiano

30/6/2017

 
Un avvicendamento fantasmagorico di luci, colori, immagini, figure infondono vivacità e gioia ai gioielli. Il caleidoscopio ispira l’alta gioielleria e la obbliga a riferirsi ad un'ampia tavolozza gemmologica. Questo è l'effetto straordinario che sempre di più ispira molte firme prestigiose. Vediamo cosa hanno in comune. Innanzitutto la policromia accentuata tende a coprire l'arco visivo con effetto rainbow: più colori ci sono, tanto meglio. Fanatici e radicali della dittatura rosso/verde/blu, stiamo parlando a voi!
 
In questa prospettiva si propone l'opale come centro di equilibrio. Cosa c'è di meglio di una gemma che contiene tutti i colori? L'anello Anarashi riprende nel pavé di contorno tutte le suggestioni dell'opale etiope centrale. Ardito l'inserto sull'opale, un fancy zaffiro giallo.

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Anello di Anarashi

Tinte vivide e sfavillanti, invece, sono accostate alla rinfusa e quasi accatastate con effetto che si risolve in quel design classico, esotismo d'ispirazione indiana. È l’anello di Victore de Castellane per Dior. L’allegria dei colori dei corindoni declinata nelle alternanze dei vari tagli: tondi, goccia, smeraldo, il tutto evidenziato dal taglio ovale posto al centro.
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Anello di Victore de Castellane per Dior

Sfavillante fuoco d’artificio l’anello di Rom Hami. Il rosa esplode in questo anello dal design geometrico. Il contrasto tra l’intenso rosa della possibile tormalina e il rosato pallido della madre perla conferisce uno stile elegante e brioso. 
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Anello di Rom Hami

Gli orecchini di Robert Procop si propongono in uno stile innovativo capace di accordare i più svariati colori con la molteplicità delle forme. Le forti tinte del verde e del fucsia vivido, il giallo lucente, il delicato azzurro si oppongono tra linee sinusoidali e linee dritte. Il tutto combinato e armonizzato nella ricercata alternanza dei tagli ovali e tondi. Tsavoriti, zaffiri rosa, acquemarine.

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Gli orecchini di Robert Procop

L’anello di Chopard, intitolato Red Carpet, è una deflagrazione di vivacità. Il taglio cabochon della tormalina sovrasta il gioco vivace del contrasto tra il colore viola e il giallo. Questa esplosione di forti colori è contornata dai motivi floreali del gambo.
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L’anello di Chopard Red Carpet

Chantecler punta alla forza del rosso e del fuxia. Le gemme preziose in questi orecchini vengono audacemente inserite in struttura di oro giallo dal design classico. Il risultato finale? Eleganza radical chic!
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Orecchini di Chantecler

Ron Hami con questo anello punta al gioco della forme geometriche: rombi e sfere si legano in un struttura stilizzata. La rotondità della perla addolcisce sia l’audacia del azzurro e sia la forza del giallo dell’oro. Il tutto appare armonioso in un modello eccentrico e alquanto sorprendente.
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Anello di Ron Hami

L’effetto caleidoscopio, con l'anello di Burst Cuff, si declina nello stile dark. Il colore grigio della montatura fa da sfondo alla vivacità dei colori delle gemme che si coordina in una composizione centrale resa possibile dai particolari tagli delle pietre preziose. Nella mescolanza “ordinata” di colori e forme il protagonista in assoluto è il rosso intenso del rubino posto al centro. Bello il gioco con l'indicolite.

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Anello di Burst Cuff

Un “mucchio” allegro il doppio anello di Commes de Musee. Le gemme preziose nelle molteplici tonalità del blu sembrano essere messe alla rinfusa. I tagli triangolo sostengono l’effetto di massa Indistinta. L’esito dell’effetto caleidoscopio è decisamente gioioso e vivace grazie agli zaffiri blu, alle acquemarine, ai berilli.
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Anello di Commes de Musee

Il parco dei diamanti in Arkansas. Passeggio e trovo gemme per caso

30/6/2017

 
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Immaginate una bella domenica di primavera. Giornata di sole, scampagnata al Bosco di Capodimonte o al Parco Sempione, pic-nic con due panini al sacco e un po’ di crostata, e qualche diamante grezzo.

Qualche diamante grezzo?!

Strano a dirsi, ma è proprio ciò che può avvenire in un parco in Arkansas, il Crater of Diamonds State Park. Arrivi, paghi il biglietto, cerchi, scavi, e se sei bravo (ma anche fortunato) trovi un diamante grezzo e te lo porti a casa. Sì, proprio così: in questo parco vige la regola tutta americana del “keep what you find”. Qualsiasi diamante trovato diventa tuo.

L’ultimo ritrovamento? L’ha effettuato un ragazzino 14enne qualche giorno fa, raccogliendo un diamante da 7,44 carati, il settimo ritrovamento più grande dall’apertura del parco al pubblico nel 1972. Un ottimo investimento di tempo e denaro, se pensiamo che il biglietto d’ingresso costa 10$ e che il diamante è stato trovato dopo soli 30 minuti…

Nel 2015, invece, un altro ritrovamento da record, da parte di una donna del Colorado. La sua gemma, poi rinominata “Esperanza Diamond”, ha un peso di 8,52 carati e la grandezza di un quarto di dollaro statunitense. Lo staff del parco garantisce assistenza post-ritrovamento riguardo l’identificazione del tipo di gemma.
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Il più grande diamante mai ritrovato nel Cratere dei Diamanti, oltretutto il più grande mai recuperato negli Stati Uniti, è l’Uncle Sam: una gemma fantastica raccolta nel 1924 dal peso di 40,23 carati. Questo diamante è stato tagliato due volte, ed è attualmente un emerald cut da 12,42 carati. La classifica dei diamanti rinvenuti viene curata dal sito del Parco.

Dal grezzo ai giochi di luce. Cronistoria d’un taglio d’opale

30/6/2017

 
In taglieria abbiamo spesso a che fare con grezzi d’opale. Per un tagliatore è sempre una sfida – ma anche una soddisfazione – riuscire a estrarre i mille colori delle gemme da una pietra grezza.

Il grezzo di cui raccontiamo la storia questo mese è stato acquistato per lotto ed è etiope. Questo pezzo particolare presentava all’origine un peso di 22,65 carati. Il nostro obiettivo è rimuovere tutta la parte di “matrice”, la roccia che circonda la nostra pietra d’opale, in maniera tale da poterla finalmente liberare e far risplendere.

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Il nostro opale prima del taglio. Peso: 22,65 carati.

Il primo strumento da utilizzare è la mola fine. Grazie ad essa iniziamo a rimuovere buona parte del materiale in eccesso. In una prima fase riduciamo il peso della pietra a 16,79 carati.

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Dopo una prima fase di mola fine, è arrivato ad un peso di 16,79 carati.

La seconda fase di lavorazione con la mola fine ci permette di eliminare ulteriori parti di roccia, arrivando ad un peso di 12,88 carati.
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​Il passaggio successivo viene effettuato su dei tamburi. Questo tipo di procedimento è necessario sia per eliminare le righe che lascia la mola, sia per rimuovere con più precisione il resto del materiale grezzo. Al termine di questa operazione il nostro opale ha raggiunto un peso di 9,62 carati: ora è pronto per la lucidatura su feltro.

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Tutto il processo è stato effettuato senza meccanizzazione ma con cura artigianale, ed è durato all’incirca un’ora. Durante la lavorazione, l’opale (l’etiope è idrofane), può assorbire l’acqua e diventare più trasparente. Una volta asciugato, diventa bianco e comincia a mostrare i tipici giochi di colore all’interno. La forma di quest’opale è irregolare: ciò ci garantisce lo sfruttamento di tutto il materiale presente nel grezzo. Come si può notare dalle foto, però, in molti casi un po’ di Boulder (parte rocciosa) può restare all’interno dell’opale. È una scelta soggettiva. In questo pezzo si è voluto restare più vicini alla materia prima. La rimozione della roccia all’interno, infatti, avrebbe portato ad una gemma regolare, più leggera ma con minore personalità.
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Il taglio dell’opale è un’operazione di routine che necessità di precisione per sfruttare al meglio il gioco di colore, la scomposizione della luce propiziata dall’acqua contenuta nella gemma. Dai molti grezzi che arrivano in taglieria, è possibile ricavare pietre con vividi giochi cromatici di forma cabochon ma anche collane.
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