Si preannuncia un novembre fitto di eventi per gli addetti ai lavori. Dal 5 al 7 novembre parte infatti l’edizione autunnale di SiciliaOro, ospitato nel complesso fieristico Etnafiere di Belpasso (Catania). La mostra più longeva d’Italia dedicata al comparto orafo rappresenta da sempre un punto di riferimento in Sicilia e nel resto del sud Italia. Sarà presente anche il gruppo Trasparenze, che per l’occasione organizzerà il meeting gemmologico IGI (International Gemological Institute) sul nuovo grado di classificazione del rubino “Pigeon Blood”. Le registrazioni per la partecipazione al seminario del 6 novembre sono tuttora aperte. Dalla Sicilia ad Hong Kong, per la HKJMA (Hong Kong International Jewelry Manufacturer’s Show) 2016: la fiera di riferimento nel sud-est asiatico per tutti gli operatori di settore si svolgerà dal 24 al 27 novembre 2016. Dalle pietre preziose ai gioielli finiti, presso l’evento ospitato all’Hong Kong Convention & Exhibition Centre sarà possibile ammirare in anticipo tutte le tendenze e le novità del settore. Il mese si chiuderà con la consueta edizione di Pronto Natale al Centro Orafo Il Tarì di Marcianise (CE). Il Natale dei gioiellieri quest’anno si terrà dal 27 al 28 novembre, con una speciale promozione dedicata ai nuovi clienti del nord Italia: viaggio e soggiorno completamente gratuiti. Un’occasione per toccare con mano l’eccellenza italiana per il settore dei preziosi e coniugare gli affari proposti dagli espositori con la modalità cash & carry alla magnifica cornice natalizia di Sorrento, luogo in cui verranno ospitati i clienti che aderiranno alla promozione. Dal 15 novembre Paolo Minieri SAS introduce il nuovo listino 2017 per le pietre sintetiche. Novità importanti da sottolineare: l’introduzione di nuove colorazioni di nanocristallo e di zirconia cubica, l’applicazione di test severi di sollecitazione durante le fasi di lavorazione e, cosa che non guasta, un’ulteriore limata ai prezzi. “Sono particolarmente soddisfatto” – dichiara Leonardo Smorra, responsabile degli acquisti e del controllo qualità – “perché nella nostra azienda i prezzi si abbassano mentre lo scenario internazionale dovrebbe favorire un incremento a causa dell’apprezzamento del dollaro e dell’innalzamento del costo del lavoro nel far east”. In generale nel mercato italiano si sta riscontrando un incremento del consumo di pietre sintetiche taglio brillante dopo un lungo decennio di stagnazione che aveva portato alla quasi totale importazione di gioielleria con pietre sintetiche dall’estero. “E’ evidente” - continua Leonardo Smorra - “che il gusto italiano può nuovamente imporsi anche sulle manifatture in argento a minor costo. I prodotti Made in Italy hanno comunque bisogno di competere sul terreno dei costi di produzione; ma le nuove tecniche vengono in aiuto grazie alla possibilità di incastonatura seriale per fusione. Ovviamente rubini, zaffiri, nanocristalli verdi, eccetera, nelle varietà sintetiche potranno essere utilizzati solo se si superano test di resistenza alle fasi di lavorazione ed è quello che noi abbiamo fatto nel momento in cui sono state selezionate le taglierie”. Prendete sei tra le più intriganti pietre preziose al mondo, prendetele assieme ai favolosi miti di Plinio e della vecchia gemmologia classica con le rotte pericolose ed affascinanti dal lontano Oriente. Un’ambra itinerante del Baltico, un granato rosso che commerciavano a Mileto e che Teofrasto ci riportava nel momento che passava il Bosforo, uno zaffiro blu del Kashmir, una malachite degli Urali, un’onice nera del medio oriente e un occhio di tigre indiano. Pietre stupende e uniche, alla vista e al tatto. Gemme che ci ritroviamo nella collezione di Bulgari pari pari dal passato, perché nel passato risiede il segreto della preziosità. Che succede se a queste percezioni sensoriali tipiche delle pietre preziose provassimo ad aggiungerne una inedita, l’olfatto? Bulgari ci è riuscito. E le ha fatte anche viaggiare, nel tempo e nello spazio. Una presentazione inedita, quella della nuova collezione “Le Gemme” for men. Un esclusivo viaggio su un treno Orient Express da Praga a Venezia, un'immersione come in un film tra lampade rosa, bicchieri di Martini e la musica di Cole Porter’s suonata al piano ad accompagnare le favolose nuove fragranze di Jacques Cavallier. Sei profumi ispirati dalle pietre preziose, che vengono richiamate dalla gemma presente su ogni tappo. I primi tre profumi, Onekh, Gyan e Garanat, faranno il loro debutto entro la fine dell’anno e saranno venduti esclusivamente da Harrods al prezzo di 215 sterline l’uno. Strabiliante risultato del marketing evocativo delle pietre, profumate d'Oriente ed adatte a trasferire valori di magia ed unicità. Riflettano i designer ed i comunicatori del mondo dei gioielli. Non è la prima volta che Bulgari propone una fragranza ispirata ad una pietra preziosa. Risale al 2015 il lancio di Omnia Paraiba, una creazione che fa risaltare la radiosa tormalina di Paraìba, in Brasile. Un profumo che richiama le sensazioni del paese sudamericano, con note di frutto della passione, gardenia, Curaçao Bigarade, confezionato in un elegante packaging-gioiello. Incremento. Questo è il commento telegrafico ad una Manifestazione che a ottobre ha fatto registrare al Tarì un deciso rialzo di presenze ed un generale innalzamento dei volumi d'affari. 8000 visitatori in estasi, rapiti dai pezzi fuori dall'ordinario del favoloso Tesoro di San Gennaro. Una principesca serata di gala con migliaia di invitati ed un rigoglio di iniziative davvero inedite. Nella cornice di un rinato entusiasmo si sono del tutto esauriti i posti ancora liberi per i corsi dell'INTERNATIONAL GEMOLOGICAL INSTITUTE, tenuti a Marcianise da Gemtech. Il risultato arriva dopo un periodo lungo diciotto anni che ha visto le attività formative del gigante belga dei certificati radicarsi in Italia fino ad ottenere un 'indiscussa leadership. La stagione 2016 era culminata nella manifestazione del 13 giugno, in cui nella favolosa cornice del Real Museo Mineralogico di Napoli si è svolta la Graduate Ceremony presieduta dal CEO Roland Loriè. A luglio Preziosa Magazine ha spiazzato tutti. Dopo un lungo lavoro di inchiesta ha assestato un bel colpo per completezza e puntualità dell'informazione. E si sono dunque accesi i fari su una curiosa e tutta italiana modalità di vendita dei diamanti: i cosiddetti "diamanti di investimento”. Al lavoro di inchiesta del magazine partenopeo ha fatto seguito un'articolata presentazione di Federpreziosi a Settembre durante la Fiera di Vicenza. Un successo di pubblico per un lavoro assai approfondito che ha messo in luce, con l'evidenza della statistica, lo stato di difficoltà del punto vendita gioielleria, in crisi di credibilità e spesso incapace di saper rispondere adeguatamente alle domande del pubblico dei consumatori desiderosi di chiarezza prima dell'acquisto di diamanti. Il lavoro è ricco di spunti che possono orientare una moderna risposta di marketing da parte del comparto orafo al tentativo di erosione della clientela posto in essere dagli istituti di credito. Per una migliore comprensione dell'anomalia tutta italiana della vendita per investimento di un bene come i diamanti, che non ha i requisiti fondamentali per essere classificato in economia come tale, Preziosa ritorna sull'argomento a settembre. Nell’articolo vi è un’ulteriore riflessione sul tentativo di alcuni raggruppamenti di mediatori e di istituti di credito italiani di esautorare il negozio di gioielleria delle sue naturali competenze in materia di gemme. S'era messo il dito nella piaga? C'erano gli estremi per continuare ad indagare sulle quotazioni spesso improprie da parte dei canali alternativi al negozio? Alla riprova fatta guardando altrove in Europa e nel mondo pare proprio di sì: il fenomeno è sospetto ed è tipico solo nel nostro paese. Alla fine sul tema irromperà addirittura Milena Gabanelli con un'inchiesta di “Report” che si preannuncia, come sempre, al vetriolo. Il servizio andrà in onda su Rai3 il 17 ottobre alle 21.30. Volete un esempio di come i fossili siano un business in gioielleria? Andiamo a vedere come diventano linee di gioielli, del tipo per esempio di quelli prodotti da William Henry. Stiamo in una nicchia? Attenzione: spesso il gusto e le tendenze sono influenzate da quello che avviene oltre l'Atlantico. L’offerta è molto variegata: da gioielli realizzati con osso di dinosauro, a bracciali con denti di mammut incastonati, fino alla nascita degli e-commerce dedicati che offrono materie prime fossili di tutti i tipi, come FossilEra.com. Il piccolo boom del mercato dei fossili, ambiti da collezionisti e anche da produttori moda, minaccia i reperti raccolti nei siti di scavo del deserto dei Gobi, in Mongolia, causando notevoli danni alla ricerca scientifica. I razziatori, infatti, piazzano sul mercato i pezzi più pregiati degli scheletri fossilizzati (teste ed artigli), distruggendo tutto il resto e precludendo l’eventuale scoperta, da parte dei ricercatori, di nuove specie o di scheletri più completi di quelli già reperiti. Negli USA il mercato dei fossili ha avuto un’impennata a partire dagli anni ’80, con l’acquisto da parte di molti operatori giapponesi di reperti poi rivenduti ai musei nipponici. L’acquisto più sensazionale fu senza dubbio quello del Tyrannosaurus Rex “Sue” da parte di McDonald’s e Walt Disney nel 1997. Attualmente, per i super ricchi i fossili di dinosauro vengono equiparati alle opere d’arte da poter esibire nelle proprie dimore, e questo favorisce la presenza sempre più numerosa di reperti disponibili sul mercato. Gli Stati Uniti, sono uno dei pochi paesi in cui la compravendita dei fossili ritrovati nel paese è legale anche tra privati. I prezzi per un intero scheletro di dinosauro può variare da poche decine di migliaia di dollari ad alcuni milioni. Si sta tentando di porre rimedio al danno che il mercato illegale può arrecare alla ricerca per mezzo di un sistema di tracciamento geochimico avanzato, sviluppato dal paleontologo italiano Federico Fanti. Con esso sarà possibile tracciare i fossili recuperati illegalmente da determinate aree del globo, come il Deserto dei Gobi. Fonti: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/06/14/foto/ateneo_di_bologna_lo_speleologo_contro_il_mercato_nero_dei_fossili_di_dinosauro-142025589/1/?ref=fbplbo#1 http://www.cbc.ca/news/technology/dinosaurs-for-sale-how-fossil-business-impacts-science-1.2871303 http://science.nationalgeographic.com/science/prehistoric-world/fossil-wars/ Paolo Minieri SAS e E-motion in prima fila per l’edizione autunnale di Mondo Prezioso. La fiera si terrà al Tarì dal 7 al 10 ottobre 2016 e si arricchisce quest’anno di nuovi eventi ed attività per festeggiare il ventennale (1996-2016) del più prestigioso Centro orafo italiano. Dalle ore 14 di venerdì 7 ottobre sarà possibile, per tutti i clienti, ammirare i gioielli più prestigiosi e tutte le novità presentate dalle più importanti aziende di gioielleria italiana. Mondo Prezioso, l’evento di settore più importante d’Italia per il mercato del centro-sud, coinvolge 500 aziende tra le più rappresentative del mondo orafo internazionale. Durante i quattro giorni di fiera, oltre alle 400 aziende presenti stabilmente al Tarì si aggiungeranno circa 100 espositori esterni, con le proprie attività di promozione dedicate alla clientela. Per festeggiare i 20 anni del Tarì, punto di riferimento ineludibile nella produzione e nella distribuzione di preziosi, domenica 9 ottobre alle ore 20.00 verrà organizzata, su invito, una grande festa glamour dedicata a tutti i clienti che hanno contribuito, in questi 20 anni, a far sì che il Tarì diventasse una realtà imprenditoriale unica al mondo. In occasione della fiera, verranno messi in mostra i capolavori del Tesoro di San Gennaro: una collezione unica al mondo che testimonia la straordinaria e unica fede del popolo napoletano. Una selezione di gioielli preziosi, unici ed inestimabili del Tesoro di San Gennaro renderanno indimenticabile la permanenza al Tarì nell’edizione di quest’anno. Sabato 8 ottobre, alle ore 12, sarà inoltre possibile partecipare al convegno “San Gennaro, le gemme, la storia”, un excursus sulle bellezze dei gioielli del Tesoro di San Gennaro.
Compaiono in vendita su Amazon.com, colosso americano dell’e-commerce, i primi diamanti sintetici, la cui formazione è stata ricreata in laboratorio. A fare il primo passo è stata, a giugno, l’olandese House of Eléonore, marchio già noto nel settore per aver puntato la propria comunicazione sui temi etici. È stata presentata dalla casa la collezione “Paradise”, in collaborazione con Amazon Fashion US. “Paradise”, collezione ispirata dall’isola tropicale di Papua Nuova Guinea, è composta da 29 pezzi: tutti diamanti sintetici blu, rosa, gialli ed arancioni incastonati in oro 18 carati certificato da Fairtrade. Questi gioielli sono stati messi in vendita sulla famosa piattaforma e-commerce a cifre che variano dai 550 dollari ai 9990 dollari per il pezzo più prezioso. Non è la prima volta che il marchio olandese propone online una sua collezione in pietre sintetiche: era già successo nel 2013, quando la collezione “Rebel Chique” fu venduta nel sito ufficiale. La collaborazione con Amazon Fashion Us, spiega Bernd Damme, il fondatore di House of Eléonore, rispecchia la tendenza ad introdurre sul mercato online il binomio etico-sintetico assecondando una richiesta più recente da parte del mercato statunitense e dei nuovi consumatori delle fasce più giovani. House of Eléonore punta molto sulla presunta sostenibilità ambientale propiziata dal materiale creato in laboratorio. Inoltre si avvale, in ossequio alle qualità più convenzionali, della collaborazione della storica compagnia diamantifera Royal Asscher, che detiene il 51% delle quote societarie e conosciuta per il taglio del più grande diamante al mondo, il Cullinan.
La collaborazione conferma quanto un colosso del settore come Amazon trovi strategico puntare sui diamanti sintetici e quanto creda nel successo commerciale di questa iniziativa. L’azienda non avrà fatto questa scelta per caso, sia in termini di semplificazione distributiva che di appeal e non è nuova ad iniziative di promozione del diamante etico: già da tempo è presente su Amazon India una corposa sezione dedicata ai diamanti conflict-free. Recentemente anche un big dell’industria cinematografica come Leonardo Di Caprio aveva annunciato grossi investimenti nell’industria sintetica di produzione del diamante, finanziando la startup Diamond Foundry. In quel caso, tuttavia, le argomentazioni detrattive del diamante naturale, paragonato alle pellicce ed accusato indiscriminatamente di propiziare condizioni di insostenibilità ambientale o di alimentare conflitti etnici, ha causato numerose reazioni negative, tra cui quella di Martin Rapaport. Fonti: Israelidiamond.co.il NationalJeweler.com |
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Maggio 2019
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