Lo smartphone è lo status symbol dei nostri giorni. Un modo per poter esprimere la propria personalità, il proprio modo di pensare e di vivere e, perché no, la propria posizione economica. Innumerevoli sono le diatribe tra le due fazioni attualmente in lotta tra loro, e cioè tra chi preferisce i più personalizzabili smartphone Android e chi invece si affida all’innato fascino dell’ecosistema Apple, abile nel rendere l’iPhone l’oggetto del desiderio dei nostri giorni. Ed è proprio su questi ultimi che si è specializzato Gresso, brand svizzero del lusso. 500.000 dollari per un iPhone 7. Per potersi distinguere, per poter esprimere lusso ed eleganza e confermare il proprio status. Un obiettivo raggiunto grazie al particolare rivestimento scelto dalla casa svizzera per la sua ultima fatica. Un lavoro di copertura fatto a mano che prevede 1450 diamanti neri, per un totale di 102 carati. Ma non è tutto. La copertura è realizzata in titanio, mentre la cornice della fotocamera e il logo Gresso sono realizzati con 10 grammi di oro a 18 carati. Se 500.000 dollari vi sembrano parecchi, sul sito ufficiale è possibile trovare modelli più economici. La linea “Diva”, in titanio, oro 18 carati e diamanti, parte da 5900 $. Edizione limitata ovviamente, con il numero di serie ben impresso nella scocca del telefono. E per gli anti-Apple, c’è anche il Regal Gold, con scocca in oro e sistema operativo Android. Non è certamente il primo e l’unico caso in cui noti brand del lusso si inseriscono in un mercato tanto diverso dal core aziendale. Nel 2012 ci provò Dior, che lanciò in edizione limitatissima il suo Reveries. In oro bianco e decorato con 1539 diamanti e 46 pezzi di madreperla, fu lanciato ad un prezzo che oscillava intorno ai 100.000 dollari. Pezzi rari, in edizione limitata, che richiamano i gioielli nel design, nella lucentezza e nel valore. A differenza di questi ultimi, però, questi smartphone non sono per sempre. Nemmeno l’eternità dei diamanti può riuscire a battere l’obsolescenza tecnologica sempre più spinta. Termina l’edizione autunnale 2016 di SiciliaOro, a detta degli organizzatori in netta crescita rispetto all’edizione di aprile e in ascesa costante da quando si è deciso il trasferimento ad Etnapolis. Artigiani, buyer, giornalisti, designer sono stati attirati dagli oltre 100 espositori italiani ed internazionali e dal momento formativo offerto dal seminario gemmologico di GemTech e dell’International Gemological Institute di Anversa. Il meeting sul nuovo grado di classificazione del rubino “Pigeon Blood”, in cui sono intervenuti i docenti dell’I.G.I. di Anversa Francesco Sequino e Claudio Russo, il presidente di GemTech Paolo Minieri e Sergio Sorrentino di E-Motion, ha visto la vasta partecipazione di un pubblico sempre più attratto dalla voglia di saperne di più riguardo i temi gemmologici e che prende molto in considerazione l’idea che la formazione continua e la specializzazione, nel nostro settore, può contribuire al rilancio e alla crescita economica di tutto il comparto gioielli. Ed è proprio in virtù di questo rinnovato interesse che si è posta la necessità di creare una nuova rivista gemmologica italiana, Trasparenze News, che possa diventare un punto di riferimento divulgativo in cui trovano spazio non solo didattica gemmologica e normative, ma anche analisi di mercato, tendenze e molto altro. L’82° edizione di SiciliaOro ci consegna, insieme ai suoi espositori, la tangibile voglia di crescita di tutto il reparto MadeInItaly. Tra gli espositori anche il gruppo Trasparenze, presente con l’associazione gemmologica GemTech, con le perle e le gemme di colore di Paolo Minieri SAS e con i diamanti di E-Motion: una grande partecipazione che sicuramente si ripeterà nelle prossime edizioni dell’evento fieristico che è ormai diventato un punto di riferimento per il comparto orafo e gioielleria italiano. |
Archivi
Maggio 2019
|