In taglieria abbiamo spesso a che fare con grezzi d’opale. Per un tagliatore è sempre una sfida – ma anche una soddisfazione – riuscire a estrarre i mille colori delle gemme da una pietra grezza. Il grezzo di cui raccontiamo la storia questo mese è stato acquistato per lotto ed è etiope. Questo pezzo particolare presentava all’origine un peso di 22,65 carati. Il nostro obiettivo è rimuovere tutta la parte di “matrice”, la roccia che circonda la nostra pietra d’opale, in maniera tale da poterla finalmente liberare e far risplendere. Il primo strumento da utilizzare è la mola fine. Grazie ad essa iniziamo a rimuovere buona parte del materiale in eccesso. In una prima fase riduciamo il peso della pietra a 16,79 carati. La seconda fase di lavorazione con la mola fine ci permette di eliminare ulteriori parti di roccia, arrivando ad un peso di 12,88 carati. Il passaggio successivo viene effettuato su dei tamburi. Questo tipo di procedimento è necessario sia per eliminare le righe che lascia la mola, sia per rimuovere con più precisione il resto del materiale grezzo. Al termine di questa operazione il nostro opale ha raggiunto un peso di 9,62 carati: ora è pronto per la lucidatura su feltro. Tutto il processo è stato effettuato senza meccanizzazione ma con cura artigianale, ed è durato all’incirca un’ora. Durante la lavorazione, l’opale (l’etiope è idrofane), può assorbire l’acqua e diventare più trasparente. Una volta asciugato, diventa bianco e comincia a mostrare i tipici giochi di colore all’interno. La forma di quest’opale è irregolare: ciò ci garantisce lo sfruttamento di tutto il materiale presente nel grezzo. Come si può notare dalle foto, però, in molti casi un po’ di Boulder (parte rocciosa) può restare all’interno dell’opale. È una scelta soggettiva. In questo pezzo si è voluto restare più vicini alla materia prima. La rimozione della roccia all’interno, infatti, avrebbe portato ad una gemma regolare, più leggera ma con minore personalità. Il taglio dell’opale è un’operazione di routine che necessità di precisione per sfruttare al meglio il gioco di colore, la scomposizione della luce propiziata dall’acqua contenuta nella gemma. Dai molti grezzi che arrivano in taglieria, è possibile ricavare pietre con vividi giochi cromatici di forma cabochon ma anche collane. |
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Maggio 2019
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