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Ecco i grattacieli di Dubai finalmente costruiti in Groenlandia. No, è solo un cristallo negativo in uno zaffiro.

30/11/2016

 
Foto
"Excuse me while I pierce the sky." Un cristallo negativo incluso in uno zaffiro non trattato dello Sri Lanka, fotografato da Billie E. Hughes per LotusGemology. (© LotusGemology.com)

La fotografia gemmologica può regalarci autentici capolavori, aprirci al mondo dell’infinitamente piccolo ed evocare paesaggi e suggestioni emozionanti. Non c'è gemmologo che col terzo occhio dell'obiettivo montato e pronto al click non sia volato in un mondo fiabesco. La natura si diverte ad anticipare l'arte. Ma per riuscire a cogliere la bellezza e la perfezione bisogna avere, oltre che un’ottima attrezzatura e una passione per le gemme, anche un occhio e un talento sopraffini. Caratteristiche e qualità che certamente possiede E. Billie Hughes, gemmologa e figlia d'arte (di Dick Hughes), nonché neoeletta miglior microfotografa del 2016 dal Gem-A (l’Associazione Gemmologica della Gran Bretagna).
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Nella sua intervista rilasciata ad AsiaLounges, racconta il suo primo approccio al mondo della microfotografia gemmologica, iniziata con un iPhone e un microscopio e partecipando, quasi per caso, ai primi contest fotografici. “Ciò che rende speciale la microfotografia” – afferma Billie – “è che all’interno delle pietre puoi guardare indietro di milioni di anni: ogni gemma è una capsula del tempo che ha incamerato un piccolo granello del passato remotissimo del nostro pianeta”.

Foto
Grezzi di Acquamarina. Collezione Paolo Minieri SAS.

La microfotografia delle inclusioni, in effetti, invita ai dettagli rivelatori. Che senso ha tutta la purezza di un cielo azzurro se non vi scorgiamo volteggiare un'aquila? Sono caratteristiche che spesso sfuggono al consumatore. A lui hanno detto di cercare purezza ed ancora purezza.

Ma per tutti gli appassionati che hanno avuto più informazioni vale il contrario: è l’inclusione ad accrescere il fascino di una pietra, e spesso a determinarne l'autenticità. Alcune inclusioni, oltretutto, non sono affatto fastidiose poiché sono invisibili ad occhio nudo, ma vengono scoperte solo attraverso ingrandimenti più o meno accentuati: sono una sorta di DNA, l’impronta digitale che rende la nostra pietra unica.

Molte delle fotografie di E. Billie Hughes sono ospitate nel portale LotusGemology, grazie al motore di ricerca Lotus Hyperion che mette a disposizione oltre 600 foto di inclusioni ordinate per tipo di pietra, trattamento ed origine.


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