Più recentemente è aumentata la disponibilità di Tanzanite grezza. Una inaspettata opportunità La situazione politica ed economica della Tanzania non consente un controllo stabile sulla sua risorsa preziosa. Piccole imprese artigiane collocano sul mercato da un paio di anni materiale più accessibile e più adatto anche ai tagli come i cabochon e le rondelle per collane. Ma cosa c'è dietro il boom di questa zoisite blu? Da quanto tempo è così diffusa? Quali sono le quotazioni? Una volta c'erano i big three, zaffiri, smeraldi e rubini, incontrastati ed intramontabili divinità dell'Olimpo gemmologico. Oggi si può allargare la scelta. Particolarmente rare, le gemme blu possono permettersi di raffrontarsi allo zaffiro? Quante sono? Da quanto tempo sono sul mercato? E a quali prezzi? E con quali virtù? Oggi è il momento della Tanzanite, da outsider a star, una gemma che diventa accessibile in più qualità ma che ormai è nel club dell'alta gioielleria. Tanzanite, una star molto giovane. Ha 48 anni. Non millenaria ma poco più che quarantenne la tanzanite segna il record del più rapido ingresso di una gemma nell'olimpo delle vendite. Altri blu pregiati che non fossero zaffiri, lo abbiamo notato, nella tavolozza orafa proprio ci mancavano. L'ora della tanzanite scoccò nel 1967 nella regione di Arisha in Tanzania. In tempo per sincronizzarsi con nuovi dispositivi di marketing evoluto per organizzarne la diffusione. Questa incantevole varietà della zoisite poteva infatti sfruttare a pieno la peculiarità di essere rinvenuta esclusivamente in Tanzania e in quantità che apparivano pertanto limitate. Tiffany intuì il potenziale della nuova gemma e la introdusse sul mercato, investimento pubblicitario da un milione di dollari del 1969, con tutto il prestigio del suo brand (figura). In meno di mezzo secolo intorno alla tanzanite si è compiuto buona parte del lavoro di marketing per realizzare il quale lo zaffiro aveva impiegato millenni, solcato rotte commerciali, sollecitato ricerche e suscitato leggende. Della tanzanite invece si è saputo tutto subito: gemma ignota al mercato, varietà di zoisite con distinto pleocroismo, esclusiva di una precisa area geografica e di un paese relativamente tranquillo circondato da realtà africane fortemente conflittuali. L'introduzione della tanzanite sul mercato riuscì molto bene negli Stati Uniti negli anni ‘80 e ‘90 con prezzi che sono arrivati anche a toccare i 1000 dollari al carato al consumo. Operazione riuscita? I livelli dell'export (vedi figura) e di consumo dicono di sì. Pare che a riscaldare incidentalmente la tanzanite fossero stati i pastori con i loro bivacchi. Ma sta di fatto che senza trattamento termico i fantastici toni blu e porpora non apparirebbero mai da quei cristalli bruni che si trovano nel sottosuolo (vedi figura). La concentrazione della tanzanite in un'area così ristretta ha rapidamente portato ad una situazione di quasi monopolio da parte della Tanzanite One, raggruppamento minerario in cui sono convenuti grossi capitali interessati ad una stabilizzazione dell'offerta e dei prezzi. Qualcosa di simile a quanto accadde nel sistema distributivo dei diamanti contraddistinto da una concentrazione della catena dalla produzione del grezzo fino alla commercializzazione per mezzo di concessionari (la figura evidenzia la considerevole concentrazione di tanzanite grezza nelle mani di Tanzanite One). L'avventura di Tanzanite One termina nel 2015 con la cessione a Richland. |
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Maggio 2019
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