L’inganno diamanti da investimento. Non era vero che era impossibile farsi risarcire dalle banche17/4/2018
Qualcuno sta ottenendo dalle banche soldi a titolo di risarcimento per quei diamanti, denominati in modo ingannevole da investimento che sono stati venduti dagli istituti di credito in modo ambiguo ricorrendo a contratti di intermediatori. Decine di migliaia di risparmiatori sono stati truffati, convinti dagli sportelli bancari di poter rientrare facilmente delle cifre investite nel momento in cui avessero voluto rivendere i diamanti acquistati. Se n’è parlato molto e con molta rabbia da parte dei consumatori nel corso dell’ultimo anno e mezzo. La questione sembrava chiusa all’italiana, con un bel pronunciamento dell’Antitrust, delle multe tutto sommato irrisorie rispetto ai volumi negoziati e tanti saluti. E solo i clienti con un portafoglio amplio pareva avessero il potere contrattuale di rinegoziare quelle pietre. La novità è che per molti piccoli risparmiatori è ora possibile ottenere un rimborso, grazie soprattutto a Federconsumatori che comunica di aver ricevuto una risposta positiva in merito da parte dei vertici di Unicredit e di Banca Intesa. Per il momento nessuna risposta, invece, da parte di BPM e da Monte dei Paschi. Per il momento le prime restituzioni da parte degli istituti di sta concretizzando in Emilia dove le transazioni ingannevoli erano state alquanto numerose. Sono almeno 400 i risparmiatori che si sono rivolti allo sportello Federconsumatori di Reggio Emilia, a cui si aggiungono i 650 della provincia di Modena, con un investimento medio che si aggira tra gli 80.000 ed i 100.000 euro. La storia potrebbe non finire qui. Le multe di oltre 13 milioni di euro che l’Antitrust ha inflitto ad Unicredit, Banco Bpm, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena ed ai broker dell’intermediazione, Intermarket Diamond Business e Diamond Private Investment potrebbero non aver intaccato che la punta dell’iceberg, secondo Veroli, vicepresidente dell’Associazione. L’indagine dell’Antitrust potrebbe far detonare una crisi più ampia in quanto nelle vendite mascherate da investimento pare sia coinvolto anche un terzo intermediario, Diamond Love Bond, e una cinquantina di banche del credito cooperativo. L’intenzione di Federconsumatori, nel caso in cui la conciliazione e/o la class action non dovessero sortire gli effetti previsti, è quella di arrivare fino alle soluzioni individuali giudiziarie, l’ultima possibile iniziativa visti i tempi, le risorse ed i costi. |
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Maggio 2019
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