"Sono una pittrice non un gioielliere. All'inizio della mia carriera il mio interesse era centrato sulla pittura e la scultura. Solo dopo ho iniziato ad applicare i principi delle Belle Arti alla gioielleria usando le gemme come tavolozza." Master a 22 anni in pittura e scultura Paula Crevoshay da New York negli anni 80 si stabilì per tre anni in India con suo marito, un orientalista, avendo la fortuna di risiedere in un Monastero con il Dalai Lama. Attrice a Bollywood, profonda conoscitrice delle culture orientali e coinvolta nelle sue esotiche e attraenti atmosfere, Paula fece ritorno in patria con un profondo interesse per le svariate combinazioni che le sue capacità artistiche intravedevano nella rigogliosa tradizione indiana per i gioielli.
Già Cartier aveva trovato ispirazione nella raffinatezza Moghul che insegnava agli stilisti il fascino delle ricche combinazioni di accostamenti cromatici di gemme incise. Ma adesso Paula fa un passo avanti. La sua formazione nelle arti figurative le consente di utilizzare le pietre con un gusto cromatico prima poco sconosciuto. "...è pure importante riscoprire nella nostra cultura tecniche antiche che richiedono tempo e che sono manuali. Andrebbero perse... " Nascono dei veri capolavori. Paula ha due principali caratteristiche che la differenziano da altre designer. Da artista formata accademicamente è sempre stata ostile alla produzione di massa delle sue creazioni preziose. Queste restano essenzialmente pezzi unici ed irripetibili. In effetti questa scelta paga. I suoi pezzi entrano nel discorso del collezionismo poi che del trade classico dei negozi. E la sua lezione oggi è più moderna che mai. |
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Maggio 2019
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