Acqua dolce: più piccole, più costose. Akoya cinese, stop. Le rassegne internazionali ribadiscono ormai un trend consolidato. Molto telegraficamente, prendere i cartellini di tre o quattro anni fa e moltiplicate almeno per due. Le perle di acqua dolce con ottima sfericità sono ormai tanto costose quanto quelle akoya, se il lustro è equivalente. In Italia si avverte un notevole disagio a rifornire anche quegli utilizzatori di collane semisferiche che fanno del prezzo accattivante la loro arma di marketing. Le misure da mm 5 a mm 8 sono molto difficili da reperire sotto i 1000 $ al kg se ci si prefigge una qualità apprezzabile. Cioè con una combinazione decente di oriente, sfericità ed assenza di imperfezioni visibili. Tornano le misure sotto i 4 mm, prima assenti dai programmi dei coltivatori, ma a prezzi poco attraenti. L'impennata dei prezzi può spiegarsi anche con un drastica riduzione del prodotto akoya ottenuto nei mari cinesi. In questi ultimi anni i produttori continentali stanno pagando dazio poiché gli specchi d'acqua salata sono molto più sensibili anche ai più piccoli squilibri dell'ecosistema. Più grandi, più convenienti. Avanzano le tecniche di coltivazione. Il panorama delle perle coltivate evidenzia grande dinamismo e un considerevole sviluppo dell'offerta disponibile ai rivenditori. Ciò si spiega col fatto che, più di tutti gli altri prodotti, le perle sono sì un dono della natura, ma soprattutto il risultato dell'avanzamento della ricerca scientifica e delle abilità nelle tecniche di innesto. In particolare l'industria delle perle di acqua dolce ha mostrato progressi continui ed impetuosi tali da stupire e sconcertare il mondo orafo. Fu nella metà degli anni 90 che i produttori cinesi (maestri e pionieri dell'arte della coltivazione) si affiancarono energicamente ai giapponesi, di fatto monopolisti della coltivazione d'acqua salata. Ciò fu possibile grazie all'uso di un mollusco prolifico, l'Hiryopsis Cumingii, che ben si adattava all'ambiente lacustre di coltivazione, generando in quantità apprezzabili una perla senza nucleo (le perle d'acqua dolce o freshwater) la cui miglior selezione mostrava buona tendenza alla sfericità e a volte discreto oriente. Tecniche di rinucleazione. Il dato nuovo che ha marcato il mercato negli ultimi anni è determinato dall'introduzione delle tecniche di nucleazione nei molluschi di coltivazione di acqua dolce. La prima generazione di perle freshwater con nucleo ha fondamentalmente usato (adattandola al proprio mollusco) la tecnica di produzione delle più prestigiose perle marine (akoya e south sea). Da oltre una decina di anni abbiamo assistito ai sorprendenti risultati di queste innovazioni produttive. Di semestre in semestre le dimensioni di perle di coltivazione d'acqua dolce quasi sferiche o sferiche si son fatte più ragguardevoli. In breve gli 11 o 12 mm o oltre di diametro non costituivano più una rarità, ma un'offerta varia ed accessibile in tutti i colori naturali, dal bianco al pesca all'arancio al grigio al crema e al lavanda con sfumature voluttuose e lustro gradevole. Il passo più recente è stato ancora più clamoroso. Le origini e gli sviluppi. Forme allungate. Il fronte della ricerca in Cina ha conseguito altri significativi risultati spesso ricorrendo alle conoscenze profonde che in Giappone si erano già raggiunte ma che non potevano espandersi per la precarietà del densamente popolato e sfruttato ecosistema nipponico e degli insostenibili costi di produzione. Un esempio calzante lo offre la perla Kasumi (foto1, 2 e 3)vera specialità giapponese che aveva dato quantità limitate ma eccellenti di perle rinucleate in acqua dolce che però utilizzavano un mollusco differente, l' Hyriopsis Schlegelii. Praticamente la produzione di perle Kasumi sparisce trenta anni fa per ricomparire di recente in Cina a prezzi decisamente abbordabili. Tale prodotto sfrutta ancora la tecnica della semplice inserzione di un nucleo e di parte di tessuto epiteliale e si presenta con oriente molto intrigante con toni metallici e superficie increspata. L'ultima generazione di perle freshwater con nucleo ha propiziato la recente grande abbondanza di materiale di grandi dimensioni (oltre i 12 o 13 mm), per lo più di forma barocca, più o meno tendente allo sferico, talora di forma allungata (effetto fireball) ma con base tondeggiante, più regolare e con escrescenza filamentosa. In questo caso (foto 4) siamo in presenza di un ulteriore passo in avanti. Il mollusco viene prima allevato in modo convenzionale, poi dopo averne raschiato la sacca perlifera, riposizionato in acqua. Il nucleo innestato non sarà però una conchiglia o un'altra perla già formata di acqua dolce bensì del materiale organico ottenuto con tessuto adattabile che produce una gelatina in grado di assorbire i liquidi e di ambientarsi nella sacca perlifera lasciata vuota. Il nacre riveste rapidamente questa inserzione organica ma tende a trasbordare in tutto lo spazio disponibile della sacca risalendo lungo l'incisione praticata per la rimozione della perla precedentemente sviluppatasi. Keshi e sufflè. Il rigetto eventuale del nucleo organico favorirà la crescita di perle Keshi o delle cosiddette soufflé che si sviluppano per inserzione di materiale fangoso. Un analogo sviluppo in precedenza s'era registrato e documentato in letteratura scientifica con la Pinctada Margaritifera, il mollusco di incubazione delle perle nere, cosiddette di Tahiti. Trattamenti. Tra gli svariati trattamenti vanno segnalati quelli di impregnazione. Infatti la straordinaria crescita del farming mirato alle misure superiori ai 10 mm ha inevitabilmente comportato un accumulo di qualità scadenti contraddistinti da colorazioni sgradevoli, pigmentazioni o cavità. I difetti si possono mascherare in vari modi, riempimento con sostanze estranee o con coating superficiale con materiali lucidanti che conferiscono colorazioni e lustro che questo materiale in partenza non possiede. Occhio soprattutto alle tinte silver. Accertarsi bene delle qualità gemmologiche prima di acquistare. Paolo MinieriScopri queste e altra disponibilità di perle su www.paolominieri.it o vieni a trovarci in sede |
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Maggio 2019
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